La scorsa settimana vi abbiamo invitato ad una stimolante tavola rotonda sul tema ICTs e spazio pubblico che… al culmine della discussione ha subito un attacco hacker. La conversazione è continuata in modalità privata, riservata cioè ai soli relatori.
Per rimediare all’accaduto nelle prossime settimane vi restituiremo i loro contributi in formato video, mentre oggi continuiamo il discorso qui, rendendovi partecipi di ciò che avremmo voluto “mettere sul tavolo” e condividere con la platea, a partire da una domanda.
Che le ICTs influiscano sull’uso dello spazio pubblico è evidente, ma com’è che invece lo raccontano e gli danno voce? Riescono a far parlare la città?
Noi una risposta l’abbiamo trovata e si chiama FirstLife, il social network civico made in Italy nato da un progetto di ricerca universitario e cresciuto in cooperazione con cittadine e cittadini, uno strumento di comunicazione per la città e per lo spazio pubblico che, se dovessimo spiegare con semplicità, basterebbe dire “è il facebook dei territori, ma è anche meglio!”
Torino (Italia)
7 dicembre 2021
tempo di lettura: 7’ 10’’
Procediamo per gradi. Che cos’è un social network civico? È una ICT che usa le funzionalità dei social media quindi, tra le altre, creazione e condivisione di contenuti, foto, immagini e attivazione di chat e networking, ma che, al contrario di questi, non ha come obiettivo la celebrazione del singolo, ma la costruzione di una comunità e la narrazione partecipata del suo territorio. Un social network civico incentiva infatti lo scambio di informazioni e contenuti di pubblica utilità (storie, eventi, luoghi e attività) svincolati da qualsiasi logica di mercato e di pubblicità. Non ha quindi nessun interesse di profilazione dell’utente e raccolta dei dati e garantisce una comunicazione neutrale, cosa assai rara di questi tempi.
FirstLife è una delle migliori best practices italiane in questo ambito. Sviluppato dal gruppo di ricerca Social Computing del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Torino, è uno strumento vivo che evolve costantemente grazie alla co-progettazione con gli stessi utenti che, con la pratica sul campo e l’applicazione in ambiti diversi, apportano suggerimenti per nuove funzionalità e accorgimenti tecnici. C’è un’altra caratteristica che differenzia il social network civico torinese dagli altri ed è che i contenuti veicolati possono essere georeferenziati e quindi gli utenti non solo dialogano ma danno vita a mappe collettive e narrative che diventano potentissimi strumenti di comunicazione e progettazione dei e per i territori. FirstLife è infatti composto da una bacheca (newsfeed) con funzionalità social sulla quale creare schede con i contenuti che si intende condividere (il corrispondente di un post) e da una mappa sincronizzata che geo-localizza le schede e le informazioni in esse contenute, restituendo una geografia comune e pluridimensionale del territorio, una cartografia narrativa dove trovare storie di luoghi e di gruppi, risultati di progetti e nuove proposte, sondaggi, dialoghi e molto altro.
Questo strettissimo legame tra realtà virtuale e fisica è ciò che rende questo strumento di comunicazione così straordinario, perché diventa un’estensione della vita collettiva mantenendola ancorata allo spazio fisico, aiutando così i membri della comunità a rafforzare il senso di appartenenza all’ambiente urbano e permettendo alle cittadine e ai cittadini di consolidare la propria identità legata a luoghi che possono concretamente attraversare, (ri)nominare, raccontare, strutturare e così trasformare in territorio di cui prendersi cura.
Sembra pura filosofia e invece è tutto estremamente concreto e a portata di mano. FirstLife è infatti una risorsa open source che funziona come web app responsive e quindi sia per desktop che per mobile. È una sorta di forum digitale dove proporre idee e progetti che, invece che perdersi nell’etere della rete, si inseriscono in un contesto predefinito e restano fruibili e consultabili liberamente da tutte e da tutti in qualsiasi momento, senza cadere nell'obsolescenza come accade nei flussi nevrotici e ininterrotti dei canali di comunicazione digitale che trascinano e disperdono tonnellate di informazioni. Condividere contenuti di pubblica utilità ancorandoli alla geografia del territorio dà a cittadine e cittadini la possibilità di acquisire consapevolezza, di lavorare su obiettivi e impegni comuni, di focalizzare le problematiche da affrontare e anche di testimoniare il reale successo di politiche pubbliche, educative, di ricerca e innovazione e di tenere traccia della loro storia, anche quella quotidiana, e delle loro azioni.
Le funzionalità di FirstLife sono personalizzabili in base a specifiche esigenze e progettualità. Negli anni sono state numerose le Amministrazioni Pubbliche e le istituzioni che lo hanno usato per coinvolgere la cittadinanza nei processi decisionali per la riqualificazione e rigenerazione di spazi urbani e per la segnalazione di criticità; molte le associazioni di quartiere e le fondazioni che hanno coinvolto gli abitanti in processi di co-progettazione e salvaguardia dei beni comuni; tante le scuole e le realtà educative e formative che hanno coinvolto studenti, teenegers e giovanissimi nella mappatura della loro realtà e dei loro bisogni e infine, più recentemente, dal mondo della cooperazione internazionale giungono casi d’applicazione di FirstLife per restituire alla cittadinanza risultati e processi di fondamentale importanza ma di cui molto spesso è tenuta all’oscuro, come la sostenibilità e la redistribuzione equa delle risorse. Tutte queste diverse applicazioni dello strumento hanno dimostrato che cittadine e cittadini sono i principali attori, creatori e modificatori del proprio territorio fisico e digitale e che, grazie alle tecniche ICT, è possibile passare dalla sfera individuale e quella di comunità, permettendo l’attivazione di processi sinergici di creazione di città più “wise” capaci di mettere la cittadinanza al centro.
Per capirne di più e toccare con mano le potenzialità di questo strumento abbiamo selezionato alcune mappe e bacheche che vi invitiamo a navigare. Per dettagli su enti e partner rimandiamo alla pagina progetti di FirstLife.
I Beni Culturali delle città spesso risultano sconosciuti alla stessa cittadinanza a cui raramente viene data l’occasione di condividere memorie e di agire come protagonista nel panorama artistico-culturale. Il Comune di Torino ha deciso di invertire la rotta a partire dalle studentesse e dagli studenti, coinvolgendoli in un progetto di mappatura, narrazione e promozione del patrimonio storico, artistico e culturale attraverso l’adozione di un monumento, incentivando così il loro ruolo di tutori consapevoli dell’ambiente urbano.
Promosso dall’associazione Laqup, in collaborazione con 6 diversi Comuni della provincia di Torino e con il coinvolgimento di scuole e cittadinanza, il progetto mette in rete risorse per dare valore ai piccoli spazi urbani, come giardini e piazzette, dai quali dipende la qualità della vita in città.
In media solo il 5% dei luoghi urbani sono intitolati a figure femminili, una percentuale che racconta molto della discriminazione che le donne hanno subito nel corso della storia; l’associazione Toponomastica Femminile da anni si dedica a fare sensibilizzazione anche attraverso la mappatura dal basso delle intitolazioni femminili, estesa a tutto il territorio nazionale; da qualche mese ha adottato FirstLife per restituire alla cittadinanza la mappa della città di Torino e per promuovere attività e sondaggi per proposte di intitolazione.
L’associazione torinese Equiliberi Onlus da 10 anni lavora nella Repubblica Democratica del Congo, per migliorare la redistribuzione delle risorse pubbliche a favore delle popolazioni più vulnerabili. Dal 2020 adotta FirstLife per mappare gli investimenti pubblici comunali, volti al miglioramento dell’accessibilità ad acqua potabile e a impianti igienico-sanitari salubri nelle scuole, negli ospedali e nei mercati pubblici, e per coinvolgere direttamente la società civile nel loro monitoraggio.
Come avrete modo di esplorare si tratta di pratiche diverse che confluiscono però in un unico risultato: evidenziare l’esistenza di una cittadinanza attiva che merita spazio, voce e luoghi di espressione, che sa che cosa vuole per il proprio territorio e la propria città, che è mossa dal desiderio di conoscere, approfondire e partecipare alla storia della propria comunità. E finalmente esiste una tecnologia a sua disposizione.
Non ci sono più scuse quindi, diamo parola alla città e a chi la vive!
Nota: FirstLife è una risorsa open source, personalizzabile e gratuita per progetti di interesse comune; il gruppo di ricerca è disponibile a ricevere e sviluppare nuove proposte in collaborazione con gruppi, progettisti, territori. Per entrare direttamente in contatto con il team, basta scrivere a info@firstlife.org o inviare un messaggio sulla pagina facebook dedicata.
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