Dal 19 al 23 maggio a Lingotto (Torino) si è svolto SalTo, il Salone del Libro nonché il più grande evento italiano dedicato al mondo dell’editoria e affini. Per chi non ci fosse mai stato, immaginatelo come un dedalo di tavoli, pile di libri, sedie, divanetti e salottini dove poter incontrare gli autori, discutere di tematiche e visioni, ascoltare letture e approfondimenti, a cui aggiungere gli eventi del salone off nelle librerie e negli spazi creativi della città. Insomma un programma vastissimo affrontabile solo abbandonandosi all’andirivieni di parole captate nell’aria e stampate su copertine e shopper bag. Siamo incappati in moltissime tematiche, interessanti e inaspettate: dall’economia circolare al sex work, dalla questione di genere all’intelligenza artificiale, dalla storia alla fantascienza… ma dell’architettura, nessuna traccia! O quasi.
Pochi gli editori d’architettura presenti e tra questi pochi, tutti registrano un disinteresse generale del pubblico. Nessun panel dedicato all’architettura, eccetto l’incontro con Sarah Gainsforth autrice di “Abitare Stanca” edito da Effequ.
Insomma se il Salone è un osservatorio, possiamo dedurre che: di architettura non si parla, non si discute, non si scrive e non si legge.
Torino
31 maggio 2022
tempo di lettura: 4’ 20’’
In quanto architetti è doveroso un esame di conoscenza che, seppure riduttivo, possiamo sintetizzare così: negli ultimi decenni ci si è concentrati sugli aspetti edilizi e produttivi, sullo stile e sul look, sui requisiti green, perdendo di vista il ruolo politico e sociale della disciplina, cosa che ha prodotto un dialogo sterile, da addetti ai lavori, privo di quella capacità di immaginazione che è propria dei libri. Sembra che l’architettura abbia perso l’energia per avanzare proposte e costruire indicazioni per il futuro che vadano oltre l’estetica, la funzionalità, la moda.
Quando Vitruvio scrisse il De Architectura non si “limitò” a raccogliere informazioni, ma a delineare la figura dell'architetto, il suo ruolo nella società antica e le sue principali mansioni, per questo resta un caposaldo della letteratura.
Negli anni ‘60 del secolo scorso l’architettura era considerata capace di interpretare e tradurre volontà comuni, di promuovere il cambiamento e diffondere la cultura del vivere il mondo e il paesaggio. Un ruolo che negli ultimi decenni è andato scemando per lasciare spazio agli aspetti quantitativi ed economici. Nonostante questo negli ultimi tempi si parla molto di città, di partecipazione civica, di green deal, senza però che la varietà di opinioni espresse dalle diverse discipline abbia stabilito un obiettivo comune, contribuendo al contrario a rafforzare una visione specialistica del fenomeno urbano, perdendo di vista il ruolo culturale e politico dell'architettura capace di mettere in relazione spazi e bisogni collettivi. Se ricordassimo questo potere del progetto non potremmo che desiderare libri che ci aiutino ad immaginare relazioni migliori, profonde e sostenibili con i nostri spazi.
Come invertire la tendenza? Sensibilizzando il pubblico, aprendosi a punti di vista e linguaggi diversi, dibattendo di idee contrastanti, uscendo dai circoli degli addetti ai lavori.
Ecco quindi che, dopo l’esame di coscienza, ci sentiamo chiamati in prima persona a fare qualcosa. Ed è proprio dalle chiacchiere da Salone con qualche editore che nasce una prima proposta per un evento da Salone OFF OFF (traducibile come fuori tempo massimo) per cominciare a parlare di architettura.
Per non farci sfuggire nulla, partiamo proprio da quell’unica parola chiave che abbiamo colto: ABITARE, un tema a cui tra l’altro è dedicato il mese di maggio.
Lo faremo alla libreria Bardotto di Torino (Via Giolitti) in compagnia di due architetti: Chiara Casotti, esperta di cohousing e abitare collaborativo (qui un suo recente intervento al TEDxModena) e Francesco Cocco, ricercatore e fondatore del Gruppo interdisciplinare Abitare Sociale, che sarà in collegamento da KEIGIO DESIGN y VIASOLFERINO HOME durante la Design Week di Barcellona.
Perché parlare di ABITARE?
Perché si tratta dell’esperienza d'architettura per eccellenza; un’esperienza che è, prima di tutto, umana e sociale e che come tale riflette la società, perché il modo in cui le persone vivono la loro casa e il loro contesto rivela tendenze socioculturali e politiche più generali, fondamentali per acquisire nuovamente la consapevolezza che gli ambienti urbani influenzano la vita di tutte e tutti noi.
Chiara Casotti e Francesco Cocco ci aiuteranno a riflettere sul tema della casa come luogo di relazione e di interazione tra pubblico e privato e di guardare al territorio come un sistema di spazi con una propria identità topografica, storica e sociale, da abitare e da trasformare in occasioni di rigenerazione delle comunità. Casa e territorio: punti di partenza e di incontro per innovare la vita della città e per costruire un nuovo tipo di prossimità. Sarà così evidente come l’abitare contemporaneo non possa più essere un evento isolato, ma un promotore di nuove relazioni con il paesaggio, le persone, i loro bisogni e le loro forme comunitarie, diventando strumento per stabilire un rapporto rinnovato e produttivo con la costruzione della città, un organismo vivo che sta riacquistando importanza nella cultura collettiva in quanto terreno fertile per la sperimentazione.
Francesco Cocco nel suo libro “Social Housing Barcellona”,(scritto con Massimo Faiferri) raduna le sue ricerche sulla vivienda dotacional nella città di Barcellona, il social housing promosso dalle istituzioni pubbliche destinate alle persone over 65, un esempio significativo di come la progettazione architettonica urbana possa concentrarsi sul rapporto tra città e cittadini, superando i consueti confini disciplinari e operativi e sperimentando una progressiva e inevitabile ibridazione di temi, funzioni, usi, forme e materiali per trovare il giusto rapporto tra gli elementi del paesaggio urbano.
Chiara Casotti, alla luce dalla sua esperienza e conoscenza del cohousing e dell’abitare collaborativo, ci offrirà un punto di vista sul valore comunitario e solidale della casa e su come il nucleo privato possa diventare una fucina di energie rigeneranti per il tessuto sociale e di quartiere.
L’architettura non deve più essere appannaggio esclusivo delle leggi della moda, del mercato e del profitto come è stato negli ultimi decenni, ma deve riaffermarsi come generativa di benessere e vitalità sociale, nella ricerca consapevole di migliorare il rapporto tra individuo e comunità.
Non è forse un tema di cui vale la pena parlare, discutere, leggere e scrivere?
Vi aspettiamo quindi martedì prossimo, online o offline… per prendere parte al dibattito e disseminarne le riflessioni!
Chiara Casotti e Francesco Cocco affrontano il tema dell’abitare e si confrontano su possibili modelli e soluzioni attingendo dalle rispettive ricerche.
Presentazione del libro “Social Housing Barcellona”, F.Cocco e M.Faiferri, 2019, Listlab
Modera: Chiara Sonzogni
L’evento verrà trasmesso anche in diretta sulla pagina facebook di Instaura
PRESSO:
Libreria Bardotto - Via Giolitti, 18a - TORINO
KEIGIO DESIGN y VIASOLFERINO HOME - Carrer Gombrau, 18 - BARCELLONA
Per info: redazione.instaura@gmail.com
011/885004 - libreria.bardotto@gmail.com
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