Siamo architetti e designer alle prese con l’ambiente costruito. Siamo alla ricerca delle soluzioni che contribuiscono a migliorare il rapporto tra le persone e gli spazi in cui vivono.
L’attenzione delle istituzioni e della critica si concentra sulle operazioni plateali, ma sappiamo che l’interesse della gente è rivolto all’ambiente di piccola scala, a quelle azioni che apportano un cambiamento concreto alla sfera personale e comunitaria.
Crediamo così tanto nel valore delle soluzioni partecipative che le consideriamo i nuovi monumenti dell’ambiente costruito. Per questo speriamo che nel futuro anche per loro, come per i monumenti nazionali, ci sia rispetto civico e della legge, che le persone coinvolte possano essere ascoltate e anche pagate per prendersene cura e che su di essi si scrivano libri o ... Cartoline!
Cartolina n° zero
Inauguriamo la serie con alcune proposte di osservazione, ascolto e uso di uno tra i più importanti monumenti dell’ambiente costruito, il luogo dove, in un modo o nell’altro, si gioca tutta la cultura urbana...la strada.
data: 23 III 2021
dove: Svezia - Inghilterra - Danimarca
n° di serie: 0
ONE-MINUTE CITY E LA SOGLIA DI CASA
Svezia
(Europa)
Negli ultimi tempi si parla molto della
“città a 15 minuti”
, un’idea che sembra la panacea a tutti i mali dell’ambiente urbano. La
proposta
è stata presentata qualche mese fa dal direttore scientifico della Sorbona, Carlos Moreno, e si basa su una logica molto semplice: in una città i servizi a disposizione dei cittadini dovrebbero essere ad una distanza massima di 15 minuti in bicicletta o a piedi. Intuirne i vantaggi è facile e a inizio marzo il SonyLab ha lanciato una
piattaforma
dedicata alla ricerca e agli open data sul tema.
Però c’è chi ha già alzato la posta in gioco, proponendo la
One-minute City
, la città a 1 minuto! La proposta nasce dalla considerazione che la
partecipazione, la responsabilità e l'interazione avvengono fuori dalla porta di casa
, per questo se ciascuno si occupasse concretamente dei suoi 15 metri di città tutto l’ambiente urbano si rinnoverebbe, letteralmente “steb-by-step”. Anche in questo caso si è già passati alla pratica:
Vinnova
, l'agenzia per l'innovazione del governo svedese, ha riunito un team di architetti e designer che, guidati da
Dan Hill
, hanno progettato un
kit di piccoli pezzi
di città, in legno, che chiamano
“trasformatori”
. Dal settembre scorso queste mini porzioni di spazi collettivi sono in fase di test nelle strade di alcune città del Paese. Per capirci, è un po’ come fossero i pezzi di un puzzle, dal potere enzimatico, che
migliorano la vita della strada
e nel mentre
educano all’uso dello spazio
, alla cura, al valore della prossimità con cose e persone. La
One-minute City
è un modo pratico di affrontare la
complessità della partecipazione
che alla macro-scala suona spesso incerta e ambigua; è anche molto più di un puzzle di
tactical urbanism
, è un nuovo tipo di processo decisionale alla scala locale con efficacia globale.
Per saperne di più, per ispirarsi e magari per cominciare dai propri 15 metri, qui trovate un racconto completo, firmato Dan Hill:
https://medium.com/slowdown-papers/35-slowdown-patterns-one-minute-city-fifteen-minute-city-5bfeeaaff01e
VeloCITY, LA VISIONE G-LOCAL DEI TERRITORI RURALI
Inghilterra
(Regno Unito)
Sono tutte donne i membri del team che ha formulato
VeloCity
una visione strategica di sviluppo e resilienza, pensata per i territori interni di
Cambridge, Milton Keynes, Northampton e Oxford
, una delle regioni più produttive e in più rapida crescita del Regno Unito. Per quanto locale, la sua prospettiva è talmente ispirata al futuro che si può parlare di un vero e proprio
modello adattabile a ogni angolo
d’Europa. Sì, perché VeloCity si occupa proprio di angoli, di quelle porzioni di territorio che sono nel mirino del turismo ma che soffrono di isolamento fisico e sociale, perché non è stato ancora trovato il modo di attrarre la gente che nei territori minori ci voglia vivere, non solo passare il fine settimana. Una possibile soluzione arriva proprio dal team multidisciplinare inglese che propone un
cluster "policentrico"
di villaggi supportati da infrastrutture sociali, digitali, ambientali ed economiche per permettere agli abitanti di operare dentro i limiti ambientali.
“In questo modo”
dicono
“si incentiva la creazione di comunità resilienti e intergenerazionali con una forte identità locale e connesse alla sfera globale”
. I principi del progetto sono elencati nel
manifesto
che, come una cassetta degli attrezzi, racchiude ciò che serve per pianificare gli spazi e per incentivare le relazioni tra le persone, primo fra tutti
la bicicletta
che è il mezzo preferito per muoversi all’interno dei cluster e che diventa l’unità di misura su cui modellare la pianificazione dei luoghi.
VeloCity è la città ideale del XXI secolo e sta trovando il sostegno e l’appoggio, anche economico, del governo Inglese, delle autorità locali, delle comunità e dei proprietari terrieri. È molto più che un paesaggio immaginario, è possibile!
Vale la pena darci un’occhiata!
QUANTO E' ARROGANTE LO SPAZIO IN CUI VIVIAMO?
Danimarca
(Europa)
“Abbiamo la tendenza a dare alle città tratti di carattere umano quando le descriviamo. Una città amichevole. Una città dinamica. Una città noiosa. Forse allora una città può essere arrogante. Arrogante, per esempio, con la sua distribuzione dello spazio”.
Così Andersen Colville, urban playmaker e designer danese, introduce la sua ricerca -
The Arrogance of Space
- che dal 2013 ad oggi lo ha portato ad osservare le strade di un centinaio di città. La prima volta è stato a Calcary, in Canada. Andersen scattò una fotografia della strada che vedeva dalla finestra del suo hotel, ci lavorò sopra, evidenziando con i colori i diversi usi-utenti dello spazio: automobili, pedoni, biciclette. Tradusse le macchie di colore in pixel e ne risultò un’immagine pop dal messaggio arrogante:
le strade non sono fatte per le persone
, ma per le automobili.
Il gesto di Colville, estremamente semplice, ha offerto lo spunto per una ricerca ampia e approfondita che dimostra quanto le urgenze delle città siano sotto gli occhi di tutti, basta imparare ad osservarle. Sul canale youtube
The Life-Sized City
potrete passare qualche piacevole mezz’ora in compagnia di Andersen che vi farà ricordare quanto sia importante, e anche divertente, osservare la città e immaginare nuovi scenari possibili. Volete provare? Andersen ha pensato anche a questo:
DIY
:
partecipa al gioco e misura l’arroganza dello spazio sotto casa tua!
Per farlo esiste uno strumento facile e intuitivo:
The Arrogance of Space Mapping Tool
: carica una foto da Google Maps, colora, esporta e metti in rete (con l'hashtag #ArroganceofSpace).
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