La partecipazione della cittadinanza nei processi di pianificazione e trasformazione della città è ancora troppo spesso solo uno slogan di tendenza. Invece dovrebbe essere uno strumento al servizio della politica e un’occasione per rafforzare la comunità e il senso di appartenenza ai luoghi, con tutto quello che ne consegue: cura degli spazi, gestione condivisa dei beni comuni, responsabilizzazione della collettività.
Purtroppo in Italia questa visione è ancora parziale, salvo rare eccezioni, come "Prossima Fermata Cagliari", una pratica brillante e intelligente, culmine del più ampio progetto Monitor Appalti di Transparency International Italia, con AMAPOLA e ActionAid, applicazione italiana del progetto europeo "Integrity Pacts: Civil Control Mechanisms for Safeguarding EU Funds" finanziato dalla Commissione Europea per testare i Patti d'Integrità come strumento di monitoraggio sui fondi europei investiti in opere pubbliche.
Cagliari (Italia)
29 giugno 2022
tempo di lettura: 6’ 10’’
Come si legge nelle pagine del progetto Monitor Appalti il Patto di integrità è “uno strumento che mira a rendere più trasparente il processo di una gara d’appalto, istituendo un patto di fiducia e reciproco impegno a principi di correttezza, lealtà e trasparenza tra tutti gli attori in gara”; serve a regolare i comportamenti degli operatori economici sia durante la fase di svolgimento delle procedure di gara indette dall'Autorità sia nella fase di esecuzione del contratto affidato.
Transparency International Italia, capitolo italiano della ONG che si occupa di lotta alla corruzione, ha fatto un passo in avanti introducendo il processo di partecipazione e mettendo a punto uno strumento di monitoraggio civico che coinvolge anche la società civile fin dalle fasi più sensibili dei progetti, come appunto quella della gara d’appalto, rendendo così ancora più efficace il controllo nei confronti di illeciti e forme di corruzione.
Nel caso specifico di Cagliari, sei anni fa la Regione Sardegna e la compagnia di trasporti regionale ARST hanno firmato il patto di integrità riguardante l'appalto per la realizzazione della metropolitana leggera Linea 3, dando inizio un percorso di monitoraggio civico condotto da Transparency International Italia e SardiniaOpenData che hanno messo a punto una metodologia di partecipazione, restituita in modo innovativo anche attraverso la campagna fotografica "Prossima Fermata Cagliari" dedicata all'area della città interessata dal futuro percorso della metropolitana.
Il percorso di monitoraggio avrebbe dovuto concludersi e mostrare i risultati proprio nel 2020 durante l'emergenza Covid-19, situazione che rendeva impossibile ogni forma di aggregazione e partecipazione. È così che Paola Dottor, content manager di Transparency International Italia, azzarda una proposta:
Fotografare quello che non c’è ma che ci sarà!
Coinvolge Stefano Ferrando, fotografo d’architettura cagliaritano e co-fondatore dello studio Vetroblu (insieme a Carla Canetto), e Daniela Casula di SardiniaOpenData (già coinvolta fin dalle prime battute del progetto) dando inizio ad un progetto di documentazione partecipata che culminerà nel dicembre 2021 con una mostra fotografica e la pubblicazione di un volume, dal titolo "Prossima Fermata Cagliari".
Il processo di documentazione comincia con le fotografie delle aree delle future fermate per conservare e documentare il paesaggio urbano allo stato attuale prima di essere stravolto e modificato dall’avvio dei lavori: un ritratto prima del cambiamento; fin dalle prime battute risulta però evidente che i paesaggi ritratti sono incompleti, mancano i loro protagonisti: le persone che li vivono e li percorrono. È così che il lavoro di documentazione si amplia dando inizio ad una serie di ritratti e interviste alle persone per comprendere meglio le loro opinioni, visioni e aspettative: come ricordano l’area nel passato, come la vivono oggi e come la immaginano a opera ultimata? Un’azione che va ben oltre il “fare delle fotografie ai cittadini" e che diventa un’azione politica perché permette agli abitanti della città di esercitare il diritto alla propria presenza, restituendo una fisicità della città e delle sue persone, ridando centralità al rapporto tra corpi urbani e spazi urbani.
A questo si affianca un lavoro di ricerca di immagini d’archivio per registrare e conservare i cambiamenti già subiti dal paesaggio, attraverso le cartoline storiche perché, come afferma Stefano, “le cartoline definiscono l’immaginario delle città”. Ne nasce una documentazione articolata che racconta Cagliari, le sue trasformazioni, il rapporto tra le persone e i mezzi di trasporto. Per esempio, sempre citando Stefano:
ciò che emerge dal confronto tra le immagini storiche e quelle attuali, è che lo spazio pubblico è stato completamente eroso dalle automobili, un equilibrio che la linea delle metropolitana dovrebbe ristabilire, permettendo alle persone di riappropriarsi della città e dei suoi spazi.
Tutto ciò costituisce un’analisi fotografica e sociologica della città che è stata restituita alla cittadinanza in due forme:
il dialogo cartaceo dove i diversi contenuti sono orchestrati dal sapiente lavoro grafico, compositivo e di mappatura a cura di Alessandro Congiu di Moogeene (qui è disponibile una versione online della pubblicazione);
la mostra che, ospitata ad inizio del dicembre 2021 nei locali di Sa Manifattura a Cagliari, grazie all’allestimento scenico che riprendeva la forma della futura linea e un interessante calendario di eventi, ha completato il quadro del percorso di monitoraggio civico e le diverse azioni messe in campo. Tra queste vanno ricordate il coinvolgimento delle tre classi degli Istituti Superiori cittadini: IIS Michele Giua e Liceo artistico Foiso Fois che hanno partecipano al programma didattico di monitoraggio civico A Scuola di OpenCoesione (ASOC) e il Mapping Party sui cantieri, la mappatura civica partecipata su OpenStreetMap curata da SardiniaOpenData per segnalare gli elementi che gravitano intorno alle aree di prossima costruzione.
Prossima fermata Cagliari è molto più di un libro e molto più di una mostra, è un modo collettivo e partecipato di osservare e interagire con l’ambiente costruito. Racconta di una metodologia complessa ma possibile di fare città di cui nel futuro avremo sempre più bisogno, perché solo sentendosi partecipi del mondo in cui si vive si ha la possibilità di migliorarlo e di immaginarlo diverso. Come scrive Franco La Cecla nel libro “Contro l’urbanistica”
Serve una nuova scienza del capire e fare città che parta dell’urbano come esperienza vissuta dai suoi abitanti.
E “Prossima fermata Cagliari” è tutto questo, una partecipazione fisica e concreta dei corpi delle persone, documentata e pronta a gettare solide basi per le trasformazioni del futuro.
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