La lezione di Allan Savory ha aperto una finestra su un continente che è più vicino a noi di quanto possiamo immaginare e da cui arrivano energie nuove per affrontare il futuro.
“Altrove”, di Giovanni Marco Chiri e Maddalena Achenza
(a cura di Ludovica Zen)
Per mantenere viva la riflessione su ciò che le logiche primitive della Natura e del paesaggio hanno da insegnare e sul loro contributo al cambio di paradigma a cui siamo chiamati nel presente in vista di preservare il futuro, abbiamo scelto “Altrove”, un libro prossimo alla pubblicazione nella collana Back to Basic di ListLab Publishing. Giovanni Marco Chiri e Maddalena Achenza aprono con questo trattato una finestra sull’Africa, un continente antico ma ancora poco conosciuto, un mondo apparentemente lontano ma estremamente prossimo. Gli autori, con maestria e sensibilità, si avventurano in un’esplorazione che trascende limiti fisici, temporali, culturali, insinuandosi nell’intimità della relazione tra il territorio e le persone che lo abitano; con grande attenzione tessono una trama che mette in relazione passato e presente, primitivo e contemporaneo, geografia e antropologia, architettura e sovrasensibile.
Il libro non è un semplice resoconto dei risultati della ricerca, ma una narrazione dal carattere storico, filosofico e antropologico che prende in considerazione anche il contesto dell’“Altrove” africano, da cui l’analisi architettonica non può prescindere.
Di seguito, eccovi un breve estratto dal libro:
Spingersi ‘altrove’ non è più dunque una questione di spostamento del limes fisico né tantomeno esclusivamente l’esplorazione dei miti arcaici o primigeni. Esso significa compiere il periplo completo degli antipodi fino a ritornare su sé stessi, sulle origini del pensiero e del rapporto tra il genere umano e propri i modi dell’abitare la Terra ma anche sulle vie attraverso le quali il pensiero contemporaneo intende affrontare i temi dell’oggi, pur consapevoli delle proprie antiche genealogie
Il livello del mare sta salendo. Perché combattere l’acqua quando si può imparare ad abitarla?
Kunlé Adeyemi, architetto e urbanista (NIGERIA)
Fondatore dello studio NLÉ, Adeyemi è esponente di un nuovo modo di progettare CON i propri luoghi, nel suo caso l’Africa. La potenza di questa visione sta nell’aver intuito che nella straordinaria ingegnosità degli insediamenti informali e tradizionali risiede la forza per contribuire al cambio di prospettiva del mondo urbanizzato al tempo del cambiamento climatico. Ad esempio la sua Makoko Floating School (MFS) realizzata nella laguna di Lagos nel 2011 nasce dall’aver trasformato le strutture leggere tradizionali, costruibili a mano e con materiali locali, in una soluzione per affrontare una sfida locale di portata globale. Infatti il sistema di architetture galleggianti MFS, che è valso il Leone d’Oro alla Biennale Architettura di Venezia del 2016 al progettista, è già stato esportato in Cina, Belgio e CapoVerde.
L’evoluzione urbana avrà bisogno di un numero crescente di architetti attivisti che lavorano per e con le comunità e Kunlé Adeyemi ha molto da insegnare ai progettisti di tutto il mondo.
La gioventù si batte per cambiare l’immaginario dell’Africa. Stiamo rinascendo e finalmente succedono belle cose: nascono nuovi suoni, nuovi video, nuove espressioni, nuove rappresentazioni.
Fatoumata Diawara, chitarrista, cantante, artista (MALI)
Fenfo è l’album con cui l’eclettica artista maliana racconta la transizione del continente africano dal quale, grazie a una riscoperta delle sue specificità, stanno arrivando forze propulsive di cambiamento per il nuovo mondo che siamo chiamati a costruire. Fatoumata il 10 ottobre scorso ha chiuso Biennale Democrazia (TO) facendo risuonare la sua voce in un concerto sold-out con il quale ha trasmesso un messaggio importante: gli effetti nefasti del cambiamento climatico, il diritto universale alla casa e alla terra, la libertà di movimento e di espressione di tutti gli esseri umani sono questioni globali e tutti coloro che, a vario titolo, sono responsabili di costruire e progettare il futuro non possono più accettare compromessi.
Se hai letto fino a qui… GRAZIE!
Se questa raccolta di francobolli ti è piaciuta puoi condividerla
e anche lasciarci un tuo commento, un’opinione, un suggerimento
A presto!
Penso anch'io che gli architetti non possano più sottrarsi alla necessità di essere attivisti con il proprio mestiere. Viviamo un momento in cui qualsiasi azione compiamo ha delle ripercussioni quasi immediate su un sistema Terra interconnesso e quindi osservare, intercettare e assecondare sono delle capacità che dobbiamo mettere ancora di più in campo se vogliamo darci la possibilità di raddrizzare il pianeta. Nel mio piccolo da anni mi muovo in questa direzione attraverso una ricerca dal titolo "La città emozionale" mettendo in relazione architettura e discipline utili ad una maggiore comprensione della complessità generata dall'azione antropocentrica dell'essere umano. Con un progetto, poi, dal titolo Jericho sto affrontando per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia la relazione tra cura del suolo e rigenerazione urbana e territoriale.
www.oflarchitecture.com/jericho
Vista la vostra lucidità e facilità nell'intercettare tematiche così interessanti, con una capacità di racconto importante, mi piacerebbe molto continuare a confrontarmi con voi su questi temi