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Penso anch'io che gli architetti non possano più sottrarsi alla necessità di essere attivisti con il proprio mestiere. Viviamo un momento in cui qualsiasi azione compiamo ha delle ripercussioni quasi immediate su un sistema Terra interconnesso e quindi osservare, intercettare e assecondare sono delle capacità che dobbiamo mettere ancora di più in campo se vogliamo darci la possibilità di raddrizzare il pianeta. Nel mio piccolo da anni mi muovo in questa direzione attraverso una ricerca dal titolo "La città emozionale" mettendo in relazione architettura e discipline utili ad una maggiore comprensione della complessità generata dall'azione antropocentrica dell'essere umano. Con un progetto, poi, dal titolo Jericho sto affrontando per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia la relazione tra cura del suolo e rigenerazione urbana e territoriale.

www.oflarchitecture.com/jericho

Vista la vostra lucidità e facilità nell'intercettare tematiche così interessanti, con una capacità di racconto importante, mi piacerebbe molto continuare a confrontarmi con voi su questi temi

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Francesco, grazie per aver condiviso la tua visione e per il suggerimento, hai usato una parola che ci piace molto "intercettare" e che crediamo sia proprio prerogativa di noi progettisti, oltre ad essere quello che cerchiamo di fare tutti i giorni, anche attraverso questo progetto editoriale. Inoltre ci hai aperto una nuova e interessante finestra con il progetto Jericho e la "città emozionale". Quindi a presto, di certo incrementeremo il dialogo e il confronto. Un caro saluto.

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